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La detersione ecologica (Fabrizio Zago)

ovvero essere aquile o tacchini?

 

Si chiude con la conferenza di Fabrizio Zago, chimico industriale, consulente Ecolabel e ideatore del Biodizionario, la Skonsumo Festa di Bolzano.

 

E’ sempre più giusto e scientificamente dimostrato, pensare che tutto quanto fa male all’uomo fa male all’ambiente. E viceversa.”

 

Il mercato dei detergenti nella Comunità Europea vedeva nel 1960 una sostanziale parità nella produzione di sapone e detergenti chimici: 1.100.000 tonnellate contro 1.232.000 tonnellate. Nel 1996, anno in cui è disponibile per l’ultima volta questa statistica, la produzione di sapone era scesa a 650.000 tonnellate mentre i detergenti erano vorticosamente saliti a 7.948.000: un boom spaventoso, con un giro di affari miliardario intorno a spingere l’abbandono della vecchia saponetta.

Questo trend, se da un lato ha risparmiato la pelle delle nostre mani e soprattutto del nostro volto dall’apparire di rughe anzitempo, ha lasciato il segno nei mari. I detergenti chimici, infatti, sono penetrati lentamente ma inesorabilmente sino al fondo, arricchendo i fanghi di numerosi minerali pesanti e sostanze che danneggiando gli abitanti sottomarini arrivano infine sulla nostra tavola. I composti chimici contenuti nei prodotti per l’igiene della persona, ad esempio, contengono una serie di sostanze non biodegradabili come i BHT e i BHA che sono disturbatori endocrini, ovvero entrano nel nostro organismo simulando la struttura di ormoni pur non essendolo, in modo tale che le ghiandole endocrine smettano di produrli con danni difficilmente prevedibili a lungo termine o nelle prossime generazioni. Il nostro paese ha almeno 229 città che non si sono ancora dotate di sistemi adeguati di trattamento delle acque reflue, con il risultato che dalle loro fogne si riversano nel mare tonnellate ogni anno di sostanze pericolose per il nostro ambiente.

Altra criticità nei confronti dell’ambiente è rappresentata dai rifiuti. Ogni cittadino italiano produce annualmente oltre 500 kg di rifiuti all’anno, ogni azienda manifatturiera circa 3.500 chili, la produzione delle materie prime 16.000 chili. E’ importante quindi che impariamo anche a pesare bene gli oggetti che acquistiamo: in realtà uno spazzolino da denti di 7-9 grammi pesa oltre un chilo e mezzo; un telefonino di nuova generazione 75 chili, il chip in rame contenuto nella sim di questo telefonino 20 chili e, infine, un PC oltre una tonnellata e mezzo. Sono pazzo? No sto semplicemente pesando i rifiuti prodotti per la fabbricazione di questi oggetti. La consapevolezza da parte di noi consumatori è fondamentale per orientare il mercato verso un consumo consapevole, eco-sostenibile ma soprattutto equo-sostenibile, in un processo di decrescita “felice”.

I cosmetici

Veniamo ai cosmetici. Ogni donna mediamente usa 12 prodotti cosmetici al giorno, che contengono fino a 168 prodotti chimici. Negli USA un terzo dei cosmetici venduti ha almeno una sostanza sospetta di essere cancerogena. Il 45% potrebbe essere dannoso per l’apparato riproduttivo. Il 60% contiene i disturbatori endocrini citati poco sopra.

Circa il 25% delle donne e il 14% degli uomini ha lamentato nell’ultimo anno almeno una volta una reazione allergica cutanea.

La pericolosità intrinseca dei cosmetici, quindi, è tale da obbligare una vigilanza attenta e un monitoraggio preciso delle sostanze che li compongono.

Tanto per darvi un idea, ogni giorno nella Unione Europea vengono consumate 5.100 tonnellate di cosmetici, pari a 200 autotreni pieni di ogni tipologia di prodotto: ogni cittadino della UE consuma quindi fino a 12 grammi di sostanze cosmetiche al giorno.

 Skonsumo

Fonte testo: Gas Iqbal Masih

Scarica qui Fabrizio Zago - La detersione ecologica - Slide

Di Alessandro Docali29/05/2014 Video

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