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Nel mio intimo c’è …un pesticida!



Il triclosan, utilizzato come antibatterico e disinfettante, è un ingrediente presente in molti detergenti per la persona.


Triclosan



Il Triclosan è in circolazione dal 1969 e inizialmente era impiegato nelle strutture sanitarie come disinfettante, soprattutto in ambito chirurgico. Ha un’azione principalmente antibatterica, ma possiede anche un certo potere antimicotico e antivirale. L’EPA (Agenzia per la Protezione Ambientale americana) lo ha classificato come pesticida e lo considera una sostanza tossica per l’uomo e inquinante per l’ambiente.


Dal punto di vista chimico assomiglia a sostanze come diossina, PCB e agente arancio (quello usato nella guerra del Vietnam).
Sebbene numerosi studi confermino la pericolosità di questo ingrediente (danni a fegato, reni, sistema nervoso centrale, rischi per la fertilità e purtroppo molto altro), nel 2002 il Comitato Scientifico per i prodotti Cosmetici della Commissione Europea concluse che, in base alle evidenze cliniche disponibili, l’uso del triclosan nelle condizioni attualmente vigenti fosse sicuro. E’ da sottolineare il fatto che, nel 2010, la Commissione Europea decise però di bandirlo da tutti i prodotti in contatto con gli alimenti – decisione che suscitò l’interesse della FDA americana. Forse sarebbe il caso di rivedere le conclusioni tratte nel 2002, soprattutto a fronte delle nuove evidenze.


Lasciando da parte la convenienza dei produttori nell’inserire sostanze potenzialmente pericolose per la salute, si resta particolarmente colpiti nel vedere che alcune associazioni mediche approvano proprio questi prodotti, come nel caso di Chilly con antibatterico, che si fregia del marchio A.GI.CO. (Associazione Ginecologi Consultoriali).


Approvare non significa però consigliare e, per fare chiarezza, abbiamo chiesto come funziona la procedura di approvazione al Presidente A.Gi.CO.
L’approvazione, ci spiega il Prof. Luigi Cersòsimo, fonda i suoi principi su basi consolidate, garanzia di qualità dei prodotti rappresentati. In primo luogo i prodotti Chilly sono formulati con ingredienti approvati per l’uso cosmetico (tra cui PEG, Triclosan e Disodium EDTA), in conformità alle normative vigenti e controllati secondo i più elevati standard qualitativi applicabili alla categoria merceologica in questione.
I detergenti intimi vengono testati in istituti esterni accreditati, sotto controllo ginecologico, su un panel di volontari rappresentativo e hanno da sempre fornito risultati molto superiori alla media di mercato, in termini di tollerabilità e rispetto del fisiologico equilibrio delle parti intime.
I prodotti a marchio Chilly hanno poi superato il test più impegnativo, quello del gradimento da parte dei consumatori. Infatti, sono da molti anni sul mercato, apprezzati ed utilizzati tutti i giorni da milioni di persone.
Il Prof. Cersòsimo specifica anche che i componenti indicati hanno caratteristiche e prestazioni cosmetiche molto importanti per la funzionalità dei prodotto. Essi contribuiscono infatti alla loro attività igienizzante, alla loro delicatezza lavante ed alla loro preservazione durante l’uso, tutte basi fondamentali a soddisfare i requisiti per i quali i prodotti per igiene intima nascono.


Ovviamente gli ingredienti devono avere una funzione specifica, altrimenti non avrebbe senso inserirli.
Il chimico industriale Fabrizio Zago, autore del bio dizionario, è molto chiaro per quanto riguarda i prodotti che contengono triclosan, come ci spiega in questo estratto della conferenza La detersione ecologica.





In conclusione, da un lato le aziende promuovono ricerche a sostegno della innocuità dei prodotti che contengono triclosan, dall’altro esistono evidenze scientifiche che ne dimostrano la pericolosità per salute e ambiente. In attesa che la Commissione Europea faccia chiarezza, il consiglio è quello di leggere bene l’etichetta ed evitare tutti i prodotti che lo contengono.

Di Alessandro Docali28/05/2015 Salute

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