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Acqua in bottiglia o di rubinetto? Come fare una scelta consapevole

Attingere l’acqua al pozzo, riempire le brocche alla fontana o sorseggiare direttamente da una sorgente sembrano usi di un tempo e di luoghi lontani, abituati come siamo a bere l’acqua in bottiglia. Liscia o gassata. Ma nonostante gli slogan pubblicitari,l’acqua imbottigliata nella maggior parte dei casi ha le stesse caratteristiche di quella del rubinetto.

Da un test di Altroconsumo condotto nelle principali città italiane su 40 campioni di acque minerali, tra le più diffuse sul mercato, è emerso che si tratta di prodotti di buona qualità, ma anche che non c’è ragione di credere che siano più salutari della cosiddetta “acqua del sindaco”. Anzi, l’acqua pubblica è sottoposta a controlli ancora più rigorosi.
Quali caratteristiche hanno le acque potabili che sgorgano dalle fontanelle?
Sono tutte oligominerali, cioè con un basso residuo di sali. Da una zona all’altra varia il contenuto di sodio (sempre sotto i limiti di guardia) e di calcare. La presenza di metalli come alluminio, cromo e arsenico che potrebbe inquietare è pur sempre ben al di sotto della soglia minima consentita.
Negli ultimi anni molti italiani si sono “riconvertiti” all’acqua dell’acquedotto: ben 7 milioni, secondo un’indagine Nielsen. Bere l’acqua del rubinetto conviene eccome. La differenza con quella in bottiglia in termini di costi è enorme: nonostante l’aumento delle tariffe dell’acqua potabile, per una famiglia costa 500 volte in meno di quella imbottigliata, di cui gli italiani sono i primi consumatori in Europa.
Più sicura ancora di quella del rubinetto è quella delle “case dell’acqua” disseminate in molti luoghi delle nostre città: grazie a sistemi di filtrazione e a lampade UV, infatti, subisce ulteriori trattamenti, che ne migliorano la qualità.
L’acqua naturale è quasi ovunque gratuita, quella gassata, addizionata di anidride carbonica, in certi casi è a pagamento, ma si tratta di una cifra modesta: in media 5 centesimi al litro.
Ed è conveniente anche in termini di costi ambientali: l’erogazione media di un impianto di una “casa dell’acqua” è di circa 2.500 litri giornalieri, che si traducono in 1.700 bottiglie di plastica in meno, ovvero 20 tonnellate di Pet all’anno in meno da produrre, trasportare e smaltire.
Il fatto che l’acqua potabile di Milano sia stata scelta come bevanda ufficiale all’Expo 2015 è un bel segno del rinnovarsi di una tendenza.

Fonte: L’Italia Corrente – Articolo di Elisabetta Gatto

Di Alessandro Docali29/09/2013 Ambiente

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