A.Di.N.A. Associazione per la Difesa dei Diritti delle Persone Non Autosufficienti
Codice: 634

A.Di.N.A. Associazione per la Difesa dei Diritti delle Persone Non Autosufficienti

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L’attività della nostra associazione si basa sulla determinazione di condividere con altre persone momenti di particolare difficoltà familiare, laddove un familiare anziano, con diverse capacità e difficoltà, esprima una forte necessità di assistenza. Vi sono casi di lenta e progressiva perdita di capacità di autonomia, altri di situazioni che precipitano a causa di eventi traumatici: comunque si arriva a un punto in cui la persona e la famiglia devono assumere una decisione, spesso dolorosa, che modifica in maniera sostanziale le abitudini di vita. Il nostro obiettivo è quello di sostenere la famiglia sia con l’individuazione della soluzione più adatta alla specifica necessità, sia con la messa in comune di esperienze direttamente vissute da altri. Vogliamo raccogliere in questo volumetto alcune testimonianze delle persone che hanno dovuto fare la scelta più pesante, la scelta estrema di ricoverare in una struttura il proprio congiunto: la definiamo una scelta estrema, e con rammarico denunciamo che troppo debole è tuttora l’assistenza domiciliare disponibile sul territorio né le attuali proposte dell’Amministrazione ci sembrano andare nella giusta direzione. Si tratta di aumentare la gamma dei servizi, non di monetizzarli attraverso contributi economici che l’anziano o la famiglia spesso non è in grado di gestire autonomamente; si tratta di attivare servizi che diano garanzie sia della qualità che della continuità, sui quali l’Amministrazione sia costantemente in grado di effettuare il controllo, visto che ormai sempre più frequentemente gli erogatori di servizi sono esterni all’Amministrazione, spesso persone che non trovano adeguata soddisfazione economica e professionale nel loro lavoro.
Le storie raccolte testimoniano della inadeguatezza della risposta data dalle R.S.A. ai bisogni degli anziani: si è verificato come il servizio sia andato progressivamente peggiorando, le attività di mantenimento delle potenzialità residue sia via via scomparso (riabilitazione, socializzazione, ecc), la cura della persona, dell’alimentazione sia andata sempre a diminuire, il numero del personale addetto e la professionalità sempre meno garantite. Riteniamo che le istituzioni preposte si siano limitate ad esercitare, quando li hanno fatti, controlli di routine, cercando di non vedere il peggioramento oggettivo delle condizioni di vita dei vecchi, forse anche per mancanza di possibili proposte alternative. Riteniamo che in una città con molti vecchi come la nostra, per i quali si spendono cifre considerevoli, l’attività di controllo sui servizi erogati da terzi debba essere primaria e fondamentale, specialmente nei confronti di persone che non hanno strumenti propri per far sentire la propria voce. Preoccupa che le assistenti sociali, ancora oggi, una volta che un anziano sia collocato in una R.S.A., non si facciano più carico di seguirne la storia, come se il caso non esistesse più; preoccupa che nelle valutazioni che vengono fatte dall’Amministrazione il livello di soddisfazione degli utenti del servizio non sia un parametro fondamentale. La raccolta di testimonianze che andiamo a presentare va nella direzione di rendere manifeste le preoccupazioni, il senso di impotenza, il dolore che le famiglie devono affrontare quando il proprio congiunto è ricoverato in alcune strutture. Non è nostra intenzione impegnarci nell’analisi delle motivazioni per cui quanto descritto accade, ma portare alla luce del sole la vita che molti anziani si trovano a condurre in strutture che di frequente non sono all’altezza delle prestazioni necessarie a garantire la dignità dell’anziano e la tranquillità della famiglia. L’amministrazione Comunale e la ASL hanno rapporti convenzionali con queste strutture: il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare questi due enti pubblici a rivedere le convenzioni, valutare i costi di ricovero che sono pagati o dai cittadini direttamente o dagli Enti, e quindi di nuovo dai cittadini indirettamente, effettuare verifiche sia sulle strutture che sulla funzionalità del servizio, sul numero e preparazione professionale degli operatori, sulla qualità della vita degli ospiti, sul grado di soddisfazione degli ospiti e delle loro famiglie. Crediamo con questo di operare in collaborazione con la pubblica amministrazione, o quanto meno di svolgere una critica costruttiva nella direzione di garantire una migliore tutela di persone e famiglie indifese.
La Presidente D.ssa Anna Nocentini

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